Il coito interrotto consiste nell’estrazione tempestiva del pene eretto dalla vagina prima dell’eiaculazione, al fine di evitare che lo sperma entri in contatto diretto con la vagina.

Il coito interrotto viene spesso adottato come pratica contraccettiva, ma la sua efficacia è dubbia sotto diversi punti di vista, non ultimi i fattori psicologici legati al rapporto di coppia.

Innanzitutto non assicura nessun tipo di protezione da malattie veneree, al contrario di quella che può essere offerta dal profilattico.

Inoltre l’efficacia anticoncezionale del coito interrotto è messa a rischio fin dalla fase pre-eiaculatoria, durante la quale si ha una prima leggera fuoriuscita di liquido seminale, che in un terzo dei casi contiene piccole quantità di sperma mobile e quindi attivo. La maggior parte delle gravidanze indesiderate in seguito alla pratica del coito interrotto ha origine con un secondo rapporto sessuale ravvicinato, ignorando la permanenza nelle ghiandole parauretrali alla base del pene di sperma ancora attivo che viene nuovamente mobilizzato dalla ripresa del massaggio continuativo sul pene.

In numeri, l’efficacia contraccettiva del coito interrotto è stimata in base all’indice di Pearl in 10-18 gravidanze annue ogni 100 donne, un valore dunque molto basso, nettamente inferiore rispetto alla protezione offerta da pillola anticoncezionale o preservativo, che abbattono la percentuale al 0,5%.

Non è da ritenersi dunque un metodo anticoncezionale efficace; ciononostante, pare che in linea generale almeno in Italia prevalga un elemento di ignoranza riguardo ai reali metodi anticoncezionali, visto che ogni anno continuano a nascere più di 100.000 “figli del coito interrotto”.

Inefficacia a parte, non sono meno importanti le ripercussioni che la pratica del coito interrotto può avere sulla sfera psicologica, affettiva ed emotiva per la donna in primo luogo, ma in generale nel rapporto di coppia.

Fra i fattori psicologici più importanti c’è prima di tutto il fatto che il controllo dei rischi di una eventuale gravidanza viene sottratto alla donna, che è invece il soggetto fisicamente esposto ed emotivamente più coinvolto dalla possibilità di una fecondazione; la dose di autocontrollo richiesta da parte del partner maschile è inoltre molto elevata e, con una possibile eccezione per le coppie affiatate e con una buona esperienza sessuale, l’incognita rimane quindi troppo ampia. A questi fattori si aggiungono le potenziali ripercussioni negative nella sfera del piacere per entrambi i partner: nella donna la brusca interruzione del rapporto sessuale, unita all’impossibilità di esercitare un controllo diretto su questo e sui rischi che può comportare, e alla scarsa attenzione dedicata al suo orgasmo da parte dell’uomo, il coito interrotto può generare ansia e difficoltà ad eccitarsi; per l’uomo si possono generare ansia da prestazione, eiaculazione precoce o perdita dell’erezione.